venerdì 18 giugno 2010

Catechista, ogni tanto fai una pausa, rifletti!

Quali sono gli obiettivi del catechista?

Personale:

- Conoscenza della propria fede non ignorando che “fede è conoscenza di Dio, del suo disegno d’amore, della sua volontà di salvezza” in modo che si acquisisca una vera mentalità di fede cioè la capacità di comprendere e di interpretare tutte le cose secondo il pensiero di Gesù”. Conoscenza della propria fede vissuta in tutti i suoi aspetti, rivolta verso una vita con Gesù in modo da esporre, insegnare, comunicare chiaramente la Rivelazione di Gesù, la sua vita, morte e risurrezione, nel rispetto delle esigenze e della capacità recettiva dei ragazzi. Non camminare davanti a Gesù, segui i suo passi.

- Assiduità nella preghiera personale e comunitaria con un contatto particolare con lo Spirito Santo, come aiuto voluto dal Padre e da Gesù.

- Un’attenzione particolare ai cambiamenti del mondo contemporaneo, situazioni familiari, condizioni personali dei ragazzi, rapporti col Parroco, colleghi, genitori.

- Procedere con un insegnamento non dispersivo con una serie interminabile di nozioni e informazioni frammentarie, ma in modo progressivo, organico, adeguato.

- Vivere nella comunità e per la comunità: oggi diventare cristiani, veri credenti, si impara vivendo nella comunità cristiana. Il contatto personale e la partecipazione alle attività della parrocchia, l’informazione alla comunità e la collaborazione con i genitori, non vadano trascurati, pena il fallimento del nostro lavoro.

Comunicare:

- La fede come adesione a Dio, alla sua parola che chiama gli uomini alla comunione e alla salvezza, facendo attenzione alle peculiarità umane del vissuto di ognuno. Sviluppare la capacità di annuncio, a leggere i segni di Dio e immedesimarsi e fare propria la volontà di Dio.

- L’appartenenza a Gesù nella Chiesa, comunità dei cristiani uniti nella fede per amare Dio, tutti assieme celebrano le lodi di Dio nella liturgia sacramentale, in modo particolare l’eucaristia, fonte e culmine di tutta la vita cristiana. Messaggio evangelico e liturgia devono viaggiare assieme.

- Promuovere la carità come virtù della maturità cristiana che si manifesta nelle opere amando Dio e il prossimo.

“ Il disegno di Dio è di stabilire la pace in Gesù Cristo: di portare, in Gesù Cristo, tutti gli uomini al dialogo e alla comunione con Sé, di realizzare tra loro, prima disgregati dal peccato, una fraterna comunione, riunendoli nel Corpo Mistico del Figlio suo. Di dialogo, di comunione, di pace, gli uomini del nostro tempo sentono profondamente l’esigenza. Anche per questo, la catechesi deve avere il suo centro vivo nel “mistero di Cristo”.(id.70)

- Comunicare Gesù Cristo crocifisso e risorto, la sua persona e la sua divinità: nucleo centrale della catechesi è Gesù Cristo, vivo “ ieri, oggi, nei secoli”.


Il centro vivo della fede è Gesù Cristo. Solo per mezzo di Lui gli uomini possono salvarsi; da Lui ricevono il fondamento e la sintesi di ogni verità; in Lui trovano “la chiave, il centro e il fine dell’uomo nonché di tutta la storia umana”.

Cristiano è chi ha scelto Cristo e lo segue. In questa decisione fondamentale per Gesù Cristo, è contenuta e compiuta ogni altra esigenza di conoscenza e di azione della fede. La Chiesa, quindi, deve predicare a tutti Gesù Cristo e fare in modo che ogni cristiano aderisca alla sua divina persona e al suo insegnamento, sino a conoscere e vivere tutto il suo “mistero”. Come appare chiaramente dal libro degli Atti, dalle tradizioni evangeliche, dalle lettere di san Paolo e di san Giovanni, il lieto annuncio di ogni catechesi è Gesù”.(idem 57)

- Portare a scelte concrete di vita: la vita del cristiano è come salire su una scala di cui ogni gradino è un passo avanti per raggiungere la meta prefissata; o meglio è come un seme che deve morire per portare frutto.

Fare accettare la sofferenza come mezzo di redenzione e partecipazione alle sofferenze di Gesù, non ignorando quei momenti scuri della vita che devono preparare ad una conversione continua., superando quegli scogli difficili da accettare perché scomodi.

Usare i mezzi di santificazione cioè i sacramenti in modo particolare la partecipazione attiva all’Eucaristia, punto centrale del culto che la comunità rende a Dio e mezzo di sostentamento della nostra vita spirituale.

Scegliendo Gesù Cristo come centro vivo, la catechesi non intende proporre semplicemente un nucleo essenziale di verità da credere; ma intende soprattutto far accogliere la sua persona vivente, nella pienezza della sua umanità e divinità, come Salvatore e Capo della Chiesa e di tutto il creato. Questa prospettiva ha una importanza pastorale di prim’ordine.

L’uomo di oggi sente l’esigenza di riavvicinare il Vangelo alla vita, non tanto in termini morali, dogmatici, dottrinali, quanto come possibilità di dare significato alle esperienze umane, essere preso dall’amore di Dio.

“Quando un messaggio viene dalla persona e la persona consacra per esso la vita, gli uomini del nostro tempo sono particolarmente disposti a farlo proprio e a dargli testimonianza. Si tratta di un aspetto molto caratteristico della sensibilità odierna, dal quale la catechesi può trarre grandissimo profitto”. (id.58)

- Educare alla Universalità: il cristiano non può isolarsi dagli altri, è parte integrante di un popolo, il popolo di Dio, parte di un corpo mistico, la Chiesa di Gesù. E’ parte del mondo anche non cristiano, anch’esso fratello. La catechesi non si pone al centro della formazione cristiana, quasi fine a se stessa, ma guarda al termine di un percorso, al raggiungimento di una tappa assieme ad altri.

“ Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra”.1Cor, 12,27)

Inoltre “oggi assumono particolare importanza tre problemi della vita della Chiesa, che la catechesi deve attentamente considerare: il movimento ecumenico, l’attività missionaria, i rapporti con coloro che non hanno alcuna fede”. (id.49)

- Non ultimo il fine ultimo dell’uomo: la speranza dell’incontro col Padre. E’ naturale per tutti noi voler vivere in salute e il più lungo possibile, ma, come cristiani, non possiamo perdere di vista la meta del Regno dei cieli. La catechesi non può dimenticare questo aspetto, tacere o sminuire questa realtà nemmeno di fronte alla tragica realtà della morte. Abbiamo una vita per credere, per sperare, desiderare, prepararci adeguatamente con tutta la Chiesa per il giorno del Signore per entrare nella pienezza di Dio, considerare Gesù come inizio, centro e fine della storia della salvezza.

Gesù, che è all’inizio e al centro della storia della salvezza, ne è dunque la conclusione e il fine. La Chiesa, sua Sposa, mossa dallo Spirito Santo, ne attende e ne invoca il ritorno: “Vieni, Signore Gesù”. Chi fa catechesi alimenta instancabilmente quest’attesa e questa preghiera, che predispone, nella carità dello Spirito, al “nostro adunarci con Cristo beatificante possesso finale di Dio. ( Rinn.Catechesi,101

Nessun commento:

Posta un commento