venerdì 14 maggio 2010

Parrocchia: parroco e laici

Parrocchia, non è una chiesa ma una comunità di fedeli che rispondono alla chiamata di Gesù.

Non è la casa del parroco, non è l’oratorio.

Laici sono chiamati i fedeli non consacrati come sacerdoti, religiosi, monaci , suore.

Chiesa è anche il luogo di incontro della comunità, luogo di preghiera e di celebrazione dei misteri di Gesù, luogo di catechesi.

A capo della parrocchia-comunità il vescovo designa un sacerdote come pastore e guida: col sacerdote collaborano spesso strettamente alcuni laici, donne,uomini, ragazzi e ragazze.

Il Parroco: è ministro consacrato ma anche uomo, come Pietro, Giovanni, Giacomo, Matteo, Luca, Paolo, come me , come te…

Può essere santo o no: attenzione a fotografarlo ognuno alla propria maniera, è sempre uomo inviato dal Signore, dispensatore di grazia sia della Parola come anche dei sacramenti.

Possiamo immaginarlo o volerlo come Gesù, possiamo contribuire affinché lo diventi.

Forse tutti lo vorremmo

innamorato di Cristo per farci innamorare più facilmente,

uomo di Dio;

padre generatore di figli nello Spirito;

mediatore che insegna la volontà del Padre, un profeta;

il primo nella preghiera,

il primo nel lavoro,

il primo nello stare insieme per fare comunità;

il primo nella verifica, nel confronto per dare e ricevere coraggio;

il primo che consola nello sconforto, che gioisce, e incoraggia chi riesce bene nel lavoro svolto.

Il primo a farci sentire parte della grande Chiesa universale,

Il primo amico dei giovani affinché la nostra comunità non sia formata da soli vecchi.

Il primo a dare fiducia, a delegare perché non può fare tutto lui,

Il primo…

Primo, potrà esserlo se i laici, noi, non lo lasciano solo, perché spesso è solo; se il loro impegno è assiduo e generoso; se in ogni cosa, assieme a lui, contribuiscono alla crescita della comunità; se la loro coscienza cristiana non resta ferma alle istruzioni della prima comunione e cresima; se efficacemente con lui sanno affrontare cristianamente ogni situazione.

A questo senz’altro aiuta un parroco saggio, attento alla formazione di coloro che chiama a svolgere delle mansioni pastorali, delegandoli come amici e non solamente come collaboratori.

Il Parroco deve tener presente che ogni cristiano è chiamato nella chiesa ad esercitare l’esercizio dell’ufficio profetico che è il parlare delle cose di Dio, a manifestarle e l’operare per Lui..

“ A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune: a uno infatti, per mezzo dello Spirito, viene dato il linguaggio di sapienza; a un altro invece, dallo stesso Spirito, il linguaggio di conoscenza; a uno, nello stesso Spirito, la fede; a un altro, nell’unico Spirito, il dono delle guarigioni; a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono di discernere gli spiriti; a un altro la varietà delle lingue; a un altro l’interpretazione delle lingue. Ma tutte queste cose le opera l’unico e medesimo Spirito”, (1 Cor 11,7-11)

Il parroco e i laici suoi collaboratori non trascurano nessuno nella catechesi, devono arrivare dove a prima vista sembra impossibile. Il parroco è pastore e conosce (deve conoscere) tutte le sue pecorelle, chiamarle per nome…non può e non deve trascurare nessuno.

Collaboratori laici: sono coloro che aiutano il parroco nello svolgimento della vita cristiana e comunitaria della parrocchia. Persone che si distinguono per attaccamento e pratica della fede, che dimostrano certe attitudini e carismi per svolgere un ruolo specifico o da soli o in gruppo.

I collaboratori svolgono un ruolo importantissimo nella comunità: spesso arrivano dove il parroco non può; il loro lavoro aiuta a far crescere la fede e la comunione nella chiesa; sono promotori di rinnovamento spirituale, crescita della comunità; la loro presenza attiva è “presenza salvifica della chiesa nella parrocchia e nel mondo”

Della loro formazione deve occuparsi il Parroco, attento nelle scelte delle persone secondo i carismi di ognuno, e il grado di fede raggiunto. Nessuno deve essere mandato allo sbaraglio onde evitare guai a volte irreparabili: è importante la disponibilità al confronto.

Ciascun membro del popolo di Dio deve farsi attento ai suoi rapporti quotidiani con gli altri. Deve cioè superare la mentalità di chi, consciamente o meno, lascia l’esercizio dell’ufficio profetico ai sacerdoti, ai religiosi, ai catechisti, ai missionari, che operano in forme istituzionalizzate. La vocazione degli uomini alla fede e la loro stessa maturazione cristiana vengono decise sempre più frequentemente attraverso la testimonianza, che i battezzati possono rendere nelle più disparate occasioni d’incontro e di dialogo”. (Rinnov. della catechesi ,23)

Tra il parroco e i laici deve esistere un clima di collaborazione vitale: sincero, rispettoso, religioso, amico, autentico, attento a non spegnere mai lo Spirito.

Il compito dei laici non può essere un compito di subordinati, ma di effettivi collaboratori

1Tes 5,12-19 “ Vi preghiamo, fratelli, di avere riguardo per quelle che faticano tra voi, che vi fanno da guida nel Signore e vi ammoniscono; trattateli con molto rispetto e amore, a motivo del loro lavoro. Vi esortiamo, fratelli, ammonite chi è indisciplinato, fate coraggio a chi è scoraggiato, sostenete chi è debole, siate magnanimi con tutti…Non spegnete lo Spirito”.

I laici sono attori della pastorale nell’ambito loro affidato e soggetti di pastorale da parte del parroco: né il parroco, né i suoi cooperatori pensino di essere perfetti: devono continuamente crescere nella fede e nell’amore di Dio.

Il parroco e i laici impegnati rifiutino ogni pastorale che miri soltanto alla formazione di pochi privilegiati trascurando di curarsi degli altri.

Ogni azione pastorale deve essere mirata ad una pastorale di popolo, deve arrivare a tutto il popolo, accompagnare la crescita di tutta la comunità.

I diversi gruppi di preghiera, liturgia, giovani, sposi, biblici, catechisti, di carità… il consiglio pastorale compreso, devono comunicare con la comunità tutta, far pervenire il messaggio del loro pregare, del loro riflettere, delle loro opere: la comunità va informata e investita.

Solo così la comunità crescerà, i lontani si avvicineranno, i deboli diventeranno forti: ci sarà una vera comunità cristiana che sarà riconosciuta da tutti al vedere come si amano.

Nessun commento:

Posta un commento