mercoledì 28 aprile 2010

Padre Nostro che sei nei cieli

Gesù rispondendo alla domanda degli apostoli, “ Maestro, insegnaci a pregare”, ha voluto proporre una preghiera o un modo di pregare? Penso che abbia voluto tutte e due le cose. Per questo credo che questa preghiera è sempre spunto di meditazione,e riflessione per la nostra preghiera. Nell’intimo del nostro incontro con Dio, nella preghiera-dialogo, o quando la recitiamo come comunità, bisogna recitarla riflettendo su ogni parola o frase.

Propongo un esempio: poi ognuno può arricchirla con la sua esperienza, con la sua frequenza di contatti con Dio con l’aiuto dello Spirito Santo, motore e guida della nostra vita cristiana.

PADRE NOSTRO

Padre nostro che sei nei cieli

cieli da scoprire per noi tue creature,

cieli promessi, luogo del Regno,

nostra desiderio e speranza.


Padre che ci segui sempre con amore,

amore è il tuo essere.

Padre che ci hai donato tuo Figlio.
Padre che ci mantieni in vita
Padre che ci aspetti nei cieli
anzi, nell'alto dei cieli.

Sia santificato il tuo nome
dai tuoi figli peccatori
dai tuoi figli santi
di noi che imploriamo la tua misericordia
e che tu con la tua santità rendi santi.

Sia santificato il tuo nome

da tutti quelli per cui Gesù prego nel Getsemani

anche per coloro che non facevano

e non fanno parte del tuo ovile.

Venga il tuo regno
quando tu vorrai.
Guida la libertà che hai voluto darci
finché non ci accoglierai nella tua casa.

Rendi ardente il nostro desiderio di te,

di stare sempre conte nell’eternità.

Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra
rendici fedeli e pieni di speranza
uniti nella carità.

Spesso ci è difficile fare la tua volontà

come i beati che sono con te.

Assisti tutti noi, passo dopo passo,

rispettando i nostri tempi

di uomini deboli e incostanti.



Dacci oggi il nostro pane quotidiano
tu che pensi anche agli uccellini del cielo
tu che vuoi la solidarietà nella vera carità.

Tu, che hai distribuito la manna

in modo che tutti ne avessero in abbondanza

secondo la propria necessità

e nessuno doveva mangiare avanzi degli altri,

donaci un cuore generoso

per donare beni materiali

e mettere in comune anche i beni spirituali

che tu ci elargisci.

Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori
ti preghiamo, non sette volte sette,
non settanta volte sette,
ma di più,di più...

in modo che comprendiamo la tua misericordia

per essere noi misericordiosi.

Non abbandonarci nella tentazione, ma liberaci dal male;
rendici forti contro il maligno
e contro noi stessi

AMEN!
così sia per mezzo del Signore Gesù e con la potenza del tuo Spirito.
Amen! Ti preghiamo, ti ringraziamo, venga il tuo Regno!

venerdì 23 aprile 2010

Preghiera allo Spirito Santo

Spirito Santo,
Spirito di Dio , uno e trino,
mistero ineffabile
a cui noi crediamo per tua rivelazione
e con la fede che tu gratis ci hai dato.
Cosa facevi quando
“aleggiavi sulle acque”
e Dio Padre creava l’universo
la terra e l’uomo? Dov’era Gesù?
Lo sappiamo, siete Uno:
adoriamo in silenzio.
Noi eravamo presenti in Adamo
nella sua felicità
e nel suo peccato;
e quando parlaste di redenzione
nel vostro progetto di amore pazzo per l’uomo.
Tu, Spirito Santo,
parlasti ai profeti
per richiamare al Padre il tuo popolo
e per annunciare il Redentore.
Venne Gesù,
nacque da Maria per opera tua;
Figlio di Dio, fu vero uomo;
parlò la nostra lingua,
fece miracoli,
viaggiò insegnando
svelandoci un Padre buono e misericordioso
e tu ,
fosti promesso a noi.
Tu sai come accogliemmo Gesù:
lo abbiamo seguito,
osannato
e crocifisso.
Perché doveva morire?
Perché è morto?
Sì, per il peccato di Adamo,
per i nostri peccati.
Ma era proprio necessario?
I tuoi misteri non conosciamo
o Dio , Trinità:
li conosceremo se tu vorrai,
quando tu vorrai.
In Adamo accettammo la morte;
con la risurrezione di Gesù
risorgeremo come lui, nostra speranza.
Spirito Santo, noi crediamo in te;
noi crediamo nel Padre,
noi crediamo in Gesù.
Cosa fai adesso nel mondo
in mezzo agli uomini?
Sei qui con noi
ci aiuti in questa preghiera,
ci ascolti,
ci santifichi.
Ascolta:
non capiamo e a volte ignoriamo la logica che tu,
Dio Padre e Gesù
avete usato con noi uomini:
Conosciamo le verità insegnate da Gesù,
quelle che la tua Chiesa
per venti secoli ha tramandato.
Non ci bastano per affidarci a voi.
Siamo incostanti, uomini deboli.
Spirito Santo,
insegnaci a contare sulla fede che Dio ha nell’uomo,
la fede che Dio ha in noi
più che sulla nostra fede in Dio.
Spirito Santo,
ti preghiamo, ascoltaci ed esaudiscici.
Ti chiediamo , per noi,
per tutti quelli che credono come noi:
donaci il dono della supplica e del dialogo
per poterti incontrare spesso;
donaci il dono dell’umiltà,
per riconoscere e superare i condizionamenti del mondo
e imparare a volare;
donaci il dono dell’amore incondizionato per Dio
accompagnato da una fiducia infinita.
Spirito Santo, scuotici
quando ci addormentiamo e non pensiamo a te;
suggeriscici come pensare,
parlare e amare.
Ti ringraziamo per la libertà:
dirigila verso scelte giuste.
Fa’ di noi uomini giusti,
che aspettano con ansia
il regno dei Cieli.
Spirito Santo,
aiutaci a pensare di più al prossimo
e meno a noi stessi.
Spirito Santo,
dispensatore di doni,
che noi possiamo,
col tuo aiuto,
fare fruttareil talento
che ci hai dato
per il bene degli uomini
e per la nostra salvezza.
Amen!

giovedì 22 aprile 2010

La fede per l'uomo che crede

La fede fa riferimento al Vangelo, alla Parola che da sempre annuncia Gesù Cristo. Nella Parola, la Bibbia e la predicazione, troviamo tanti motivi per credere e far crescere la nostra fede.

1 Cor 1,21 “ E’ piaciuto a Dio di salvare i credenti con la stoltezza della predicazione”,

Stoltezza della predicazione per chi non crede se non vede, per chi tutto vuole capire, spiegare con la sola ragione, per chi non vuole credere alla condanna della croce inflitta ai malfattori e fra questi ultimi, Gesù figlio di Dio.

Rom 1,16 “L’evangelo è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede”

Potenza di Dio perché la fede è dono di Dio, è chiamata personale che esige risposte concrete. La fede è grazia data da Dio mediante il sacramento del Battesimo: diventiamo figli di Dio in Gesù Cristo e suoi eredi.

La fede nasce, cresce, nell’ascolto della Parola:

Rom 10,14: “Come crederanno in Colui del quale non hanno sentito parlare? Come ne sentiranno parlare senza qualcuno che lo annunci? E come lo annunceranno, se non sono stati inviati’

Rom 1,5 “ Per mezzo di lui abbiamo ricevuto la grazia di essere apostoli per suscitare

l’obbedienza della fede in tutte le genti, a gloria del suo nome, e tra queste siete anche voi, chiamati da Gesù Cristo”.

Dei Verbum 1,4 “ A Dio che rivela è dovuta l’obbedienza della fede (Rom 16,26;1,5; 2Cor 10,5-6), per la quale l’uomo si abbandona a Dio liberamente, prestando il pieno ossequio dell’intelletto e della volontà a Dio che rivela e dando il proprio assenso volontario alla rivelazione fatta da lui. Perché si possa prestare questa fede, è necessaria la grazia di Dio che previene e soccorre, e gli aiuti dello Spirito Santo, il quale muove il cuore e lo rivolge a Dio, apre gli occhi della mente, e dà a tutti dolcezza nel consentire e nel credere alla verità.

Affinché poi l’intelligenza della rivelazione diventi sempre più profonda, lo stesso Spirito Santo perfeziona continuamente la fede per mezzo dei suoi doni”.

La fede apre l’uomo alle proposte del Vangelo

Mt 4,17 “ Convertitevi perché il Regno dei cieli è vicino”

Mt 5,1-12 Beati i poveri di spirito, i miti, quelli che hanno fame e sete di giustizia, i puri di cuore, gli operatori di giustizia, i perseguitati per la giustizia…

Mt 7,7-8 “ Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete , bussate e vi sarà aperto”.

Mt 7,21 “ Non chiunque mi dice Signore, Signore entrerà nel Regno dei cieli, ma colui che farà la volontà del Padre mio”.

Tutte le guarigioni effettuate da Gesù hanno un rapporto di vera fede: lebbroso, centurione, indemoniato, paralitico ,cieco…la tua fede ti ha salvato.

Mt 11,28-29 “ Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro…imparate da me che sono mite ed umile di cuore e troverete ristoro per la vita”.

Mt 12,50 “ Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli per me è fratello,

sorella e madre”.

Lc 18,17 “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me.

Lc 15,7 “ Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione”.

Tutta la Bibbia è una miniera di proposte per la nostra fede: nell’antico testamento seguiamo gli interventi di Dio presso il popolo da lui eletto, legato a lui da un patto di alleanza: io sono il tuo Dio, tu il mio popolo…

Nel nuovo testamento si compiono e si completano le promesse di Dio a Israele: nasce il nuovo popolo di Dio con la nuova alleanza con la morte e risurrezione di Gesù.

La Bibbia non è un romanzo: leggendo e riflettendo dobbiamo scoprire le meraviglie di Dio, confrontare la nostra vita con la verità che lo Spirito ci comunica e con la nostra professione di fede aderire all’amore di Dio per noi.

La fede si rende presente nei segni del Battesimo e della Cena

Battesimo e Cena sono due sacramenti pieni di doni : lo Spirito Santo ci riempie dei suoni doni e ci inonda di grazia.

L’angelo saluta Maria, la ragazza di sedici anni, colei che doveva diventare la Madre di Gesù,” Ti saluto, Maria, piena di grazia”, cioè piena dei doni del Signore, piena di Dio.

Il Battesimo cancella in noi ogni peccato compreso quello ereditario del peccato originale, ci rende illibati e santi al cospetto di Dio, ci conferisce “il dono dello Spirito Santo” (Atti 2,38), il quale “ora fa salvi anche voi, non lavando le sozzure del corpo, ma domandando per voi a Dio una buona coscienza, mediante la resurrezione di Gesù” (1 Pietro 3,21).

Col 2,12 “ Anzi con lui mediante il battesimo, siete stati sepolti e con lui siete risorti per la fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai morti”.

2Cor 1,12 “La nostra gloria, infatti è questa: la testimonianza della nostra buona coscienza di esserci comportati nel mondo , e particolarmente verso di voi, con la santità e sincerità che vengono da Dio, non con la sapienza umana, ma con la grazia di Dio”.

1Giov 3,18-19 “ Figlioli miei, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità. In questo conosceremo che siamo dalla verità e davanti a lui rassicureremo i nostri cuori”.

1Cor 15,12-19 ”Se si predica dunque che Cristo è risuscitato da morte come mai alcuni di voi dicono che non esiste la risurrezione dei morti? Ma se non v’è risurrezione dei morti, nemmeno Cristo è risorto. Ora, se Cristo non è risorto, è vana la nostra predicazione, e vana è pure la vostra fede…Se non riponiamo la nostra speranza in Cristo risorto in questa vita, siamo i più miserabili di tutti gli uomini”.

La Cena per i cristiani è un sacramento, momento di grazia, alimento spirituale, momento di fraternità e comunione: ci unisce nella fede.

Siamo santificati dal sacrificio di Gesù, morto sulla croce per noi con spargimento di sangue.

Rinnoviamo ciò che Gesù ci comandò nell’ultima cena in sua memoria: rinnovare la nuova alleanza nel suo sangue, versato per noi.

Partecipiamo anche noi al sacrificio di Gesù, nutrendoci del suo corpo e del suo sangue.

Giov 6,48-53 “ Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna del deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo: Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo…- Come può costui darci la sua carne da mangiare?…In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita”.

Rom 6,13 “Non offrite al peccato le vostre membra come strumenti di ingiustizia, ma offrite voi stessi a Dio come viventi strumenti di giustizia”

Rom 12,1,3-5 “Vi esorto fratelli, per la misericordia di Dio, a offrire vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio…Poiché come in un solo corpo abbiamo molte membra, e queste membra non hanno tutte la medesima funzione, così anche noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo”.

La fede si concretizza nell’obbedienza all’azione di Dio in Gesù Cristo

Gesù è l’inviato di Dio ed è attraverso Gesù, il suo operato, la sua nuova legge, “non crediate che io sia venuto ad abolire la legge o i profeti; non sono venuto ad abolire, ma a completare” (Mt 5,17), che Dio vuole la nostra obbedienza nella giustizia e nell’amore. Vuole che siamo il sale della terra, la luce del mondo, che accumuliamo tesori nel cielo, che non ci preoccupiamo delle cose terrene, di cercare prima di tutto il regno di Dio e la sua giustizia.

Riflettiamo sul rapporto di Gesù con chi si avvicina a lui: Gesù sa chi è davanti a lui, i suoi occhi penetrano i bisogni e i sentimenti dell’altro, vuole che l’altro faccia il primo passo, che abbia fede in lui, che prenda coscienza e decida di seguirlo. Dio non obbliga nessuno, ma vuole che noi lo accettiamo consegnandoci a lui.

Gesù si interessa a tutti, bambini, donne, uomini, peccatori, adultere e prostitute, farisei, ebrei, samaritani, mercanti, peccatori, contadini, soldati…nessuno escluso; a volte loda, stimola, rimprovera, inveisce, perdona…Non sarà difficile trovare una pagina che ci riguarda nella quale Dio parla ad ognuno di noi; una frase potrebbe sconvolgere la nostra vita.

Una testimonianza del Cardinale Carlo Maria Martini ci sia di esempio e stimolo: in Conversazioni notturne a Gerusalemme alla domanda perché crede in Dio? E come lo sente?, risponde:

“ I miei genitori mi hanno donato la fede in Dio, mia madre mi ha insegnato a pregare. A scuola per me sono stati importanti gli amici, mi hanno rafforzato nella fede. L’Italia, la mia patria, fa parte dell’Europa cristiana: basta aprire gli occhi per vedervi molte testimonianze della fede. Essendo gesuita, gli esercizi spirituali di Sant’Ignazio mi hanno reso interiormente forte nel rapporto con Dio. Giovanni, il discepolo prediletto, è il mio accompagnatore nell’amicizia con Gesù. Nella mia vita molti compiti, anche le difficoltà, mi hanno mostrato che posso avere fiducia. La guerra, il terrorismo, le paure personali: quante volte sono stato salvato! Ho incontrato molte brave persone. La vita mi ha dimostrato che Dio è buono e prepara la strada per ciascuno di noi. E’ stato sempre mio dovere parlare della fede ed è stato il miglior modo per imparare. Spesso è sufficiente sapere ascoltare bene. Nella diocesi di Milano i giovani mi hanno molto aiutato a cercare risposte a nuove domande. Si impara a credere soprattutto avvicinando altre persone alla fede.

Sentire Dio è la cosa più semplice e al tempo stesso più importante della vita. Posso sentirlo nella natura, nelle stelle, nell’amore, nella musica e nella letteratura, nella parola della Bibbia e in molti altri modi ancora. E’ un’arte dell’attenzione che occorre apprendere come l’arte di amare o di essere capaci nel lavoro”.

E più avanti “ Senza la morte non saremmo in grado di dedicarci completamente a Dio. Terremmo aperte delle uscite di sicurezza, non sarebbe vera dedizione. Nella morte invece, siamo costretti a riporre la nostra speranza in Dio e credere in lui. Nella morte spero di riuscire a dire questo sì a Dio”.


Questa è la mia Chiesa,la Chiesa delle beatitudini

" Mi domando spesso quale immagine ha la gente della Chiesa. Credo che per molti la Chiesa sia sinonimo di severità, di "noia", di "no". Ma per un figlio pensare che i genitori sono severi e basta è un po' poco. Sarebbe bello invece che la gente avesse un'immagine di Chiesa a braccia aperte, come Gesù l'ha pensata.Gesù dice: "Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e stanchi, e io vi ristorerò, Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite ed umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero" (Mt 11,28-30).
Se un uomo vive un momento di angoscia senza fine, da chi va? Se un odio improvviso è pronto a far diventare la sua vita una follia, una mano chi gliela dà? Se un ragazzo lotta con la sua sessualità, se il suo corpo ribolle di sensazioni che non riesce a frenare, chi l'aiuta a districarsi nei suoi sentimenti?...
...Se l'uomo o la donna di Chiesa ha il bastone in mano, il giudizio sulle labbra, la durezza del cuore, è severo e basta, questa gente da chi andrà? Magari da una cartomante, in un centro yoga...ma non più in Chiesa.
Ogni volta che una qualsiasi persona - uomo, donna, credente o non credente - pensa alla Chiesa, mi piacerebbe che potesse immaginare Gesù seduto di fronte a sé che con serenità e forza dice: "Beati voi poveri, beati voi afflitti, beati voi miti, beati voi che avete fame e sete, beati voi misericordiosi, puri di cuore, operatori di pace. Beati voi peseguitati, quando diranno ogni sorta di male contro di voi. Rallegratevi perché grande è la vostra ricompensa nei cieli".
Amici cari, sogno una Chiesa che abbia il cuore grande del Padre, la compassione di Gesù, sopratutto verso i persi, l'amore dello Spirito Santo; sogno una Chiesa capace di non cchiudere mai la porta a nessuno...una Chiesa che testimonia che Gesù è il ponte definitivo che porta l'umanità a Dio". Ernesto Olivero in " Il sogno di Dio".

domenica 11 aprile 2010

Credo la chiesa una, santa, cattolica, apostolica

La Chiesa, come comunità dei discepoli di Gesù, comunità degli uomini come popolo di Dio, di tutti gli uomini, perché tutti creati a sua immagine e somiglianza, chiamata indistintamente a far parte del suo Regno; chiamata alla santità anche se peccatrice, fiduciosa nella misericordia di Dio che sa di che pasta siamo fatti ; apostolica perché basata sull’insegnamento degli Apostoli, testimoni della vita e dell’insegnamento di Gesù.

La chiesa di Cristo fondata su Pietro: “ Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa” ( Mt 16,18)

A Pietro e i suoi successori il compito di tenere uniti nella fede tutti i seguaci di Gesù. Assieme al successore di Pietro, ai vescovi tutti formiamo un solo corpo, il popolo di Dio: la Chiesa,

La Chiesa è suddivisa in tante altre piccole chiese, che trovano al loro interno delle specifiche proprie, ma tutte unite dalla stessa fede e dallo stesso Signore.

Non si vuole qui fare un trattato teologico o biblico sulla Chiesa perché, penso, che tutti abbiamo una conoscenza di ciò che La Chiesa è, ma non tutti la pensiamo allo stesso modo quando si tratta di ciò che avviene nella Chiesa. Per capirci quando diciamo “Chiesa” indichiamo tutta la comunità cristiana a cominciare dal Papa fino all’ultimo dei fedeli, e a tutti coloro che ne faranno parte, a tutti gli uomini giusti che per motivi vari non ne fanno ancora parte. Questo perché deve stare a cuore di ogni discepolo di Gesù che tutti gli uomini giungano a Lui.

Per chi si occupa di catechesi è importante conoscere la Chiesa dal di dentro, nel suo camminare in mezzo al mondo; non avere la pretesa che tutto vada sempre bene perché sbagliare è proprio dell’uomo; sarebbe un falso ottimismo che non va da nessuna parte; desiderare una chiesa santa anche se peccatrice, perché la Chiesa è Santa perché Gesù, suo Capo è santo.

L’operatore di catechesi, dal Papa all’ultimo cristiano impegnato, deve tenere presente questo stato, conoscerlo per seminare nel terreno più adatto, evitare gli errori del passato.

In questo primo approccio lascio la parola, con alcune citazioni, a Ernesto Olivero, fondatore del Sermig di Torino, dal suo libro “ Il lungo cammino verso Dio”, in modo che ognuno si confronti in modo pratico e costruttivo, trovi delle risposte alle proprie ansie e aspettative ecclesiali.

“ Nelle stesse strutture della Chiesa ci sono tanti battezzati dalla mentalità pagana. Ma Gesù non ha mai rimandato indietro un pagano per il fatto che era pagano. Non ha mai rifiutato nessuno. A molti nella Chiesa piace soprattutto il potere. Ma la Bibbia è piena di personaggi di potere che diventano mezzo per il bene. Ciro, per esempio. La Chiesa raccoglie e accoglie tutta l’umanità, peccatrice com’è. Guai a quelli che pensano ai cristiani come a una società di puri. Non ci sarebbe Cristo, lì in mezzo. Invece nella Chiesa così com’è c’è Cristo, ieri, oggi, sempre”.

“Ci sono anche tanti santi e saggi che vivono nel nascondimento e che invece bisognerebbe conoscere di più perché ci aiutino con la loro santità e il loro discernimento”.

“Ci sono anche tante cose che non vanno, esse riflettono i nostri stessi limiti: l’attaccamento, il possesso, l’invidia, la gelosia, la vanità, la superbia…ci sono troppe disuguaglianze. Tutti i figli di Dio, donne e uomini con pari dignità, dovrebbero essere valorizzati nelle loro differenze, nelle loro specificità, nelle loro ricchezze,nei loro doni…

Uomini e donne di provata fede, saggi, buoni, competenti, potrebbero avere un ruolo importante in strutture necessarie alla vita della Chiesa”.

“Sarebbe bella una Chiesa in cui chi vuole farsi sacerdote fosse severamente vagliato da donne e uomini di Dio. Invece c’è ancora la caccia alla vocazione nei paesi poveri, nell’illusione di non far morire qualche congregazione, qualche istituto, qualche seminario”.

“La Chiesa è il luogo della misericordia e della riconciliazione, dove si sperimenta profondamente la presenza di Gesù nella nostra vita, di Gesù che guarda al mondo con la sua tenerezza”.

“La Chiesa è il luogo dove, così come siamo, cerchiamo con fatica e con fiducia rinnovata ogni giorno, di vivere i principi fondamentali del nostro credo: amare il fratello, porgere l’altra guancia, perdonare, avere fiducia contro ogni apparenza, vivere il dolore come un’avventura d’amore. Per questo la Chiesa non può essere il luogo dell’ipocrisia ma solo quello dell’accoglienza senza discriminazioni”.

“Si impara, si può imparare a essere Chiesa. Non c’è nessuna opposizione tra Gesù e la Chiesa, è la stessa cosa, la Chiesa è Cristo da vivere insieme con gli altri. Se non si è cristiani in mezzo agli altri, nella fatica delle relazioni umane di ogni giorno, allora non si crede all’Incarnazione, al Dio fatto uomo, all’Emmanuele in mezzo a noi. Si rimane dei teorici, degli gnostici, dei superbi dispersi nei pensieri del proprio cuore”.

“Perciò la sapienza della Chiesa ha previsto il padre spirituale, le comunità, le parrocchie, i gruppi, la famiglia, luoghi-chiesa, in cui piano piano crescere lungo tutta la vita, punti di riferimento della progressiva consapevolezza spirituale”.

“La Chiesa universale riflette quella locale e viceversa, e in ogni comunità (là dove sono due o più riuniti nel mio nome…) si comprende vivendo cosa significhi Chiesa. Una comunità che ha incontrato l’amore di Cristo e ha capito che è l’ultima parola sul mondo, la chiave della pace e dell’armonia dei cuori. Una comunità che vuole condividere con tutti il tesoro che ha trovato e che è Chiesa che sogna il Signore, Chiesa dove tutti partecipano, gerarchia con cui tutti possono dialogare; dove i sacerdoti non sono lasciati soli ma aiutati a vivere insieme, dove le comunità religiose accolgono chi soffre, dove nessuno è tagliato fuori”. Dal capitolo, “La Chiesa che c’è, la Chiesa che vogliamo

La chiesa siamo noi!

venerdì 9 aprile 2010

Sono proprio io

Sono proprio io

Nel vangelo di Luca 24,36-49 Gesù apparendo agli undici e agli altri discepoli sconvolti e pieni di paura che alla sua vista credevano di vedere une fantasma dice : “ Sono proprio io; toccatemi

e guardate”.

Durante il suo viaggiare in Palestina tanti sentivano il bisogno di vederlo, di toccarlo, ascoltare le sue parole nuove, il suo messaggio di amore. Altri, a cui non bastavano le parole, chiedevano guarigioni e miracoli. Gesù accontentò un po’ tutti rispettando le condizioni umane di ognuno, il povero, il peccatore, il fariseo, il sacerdote, l’ignorante, il soldato , il pastore, la prostituta e il benpensante. La sua parola, come piccolo seme che produce frutto, era in cerca del terreno adatto, del cuore disposto a riceverla.

Gesù voleva che i bambini lo avvicinassero per dire che bisognava diventare come loro; guariva per sollevare lo spirito e promuovere la fede in lui; avvicinava i peccatori per manifestarsi misericordioso; permise al diavolo di tentarlo per avvertirci che egoismo, potere e prestigio sono i tre pericoli principi che impediscono di ascoltare le sue parole; andava in collera per chi era duro di cuore o manipolava la Parola di Dio per tornaconto personale; fece miracoli per dimostrare che era il Figlio di Dio; predicò la porta stretta per raggiungere il Regno dei cieli conoscendo la debolezza del cuore umano più disposto a preferire il bene immediato; rimproverò l’audacia e la presunzione di Pietro, l’incredulità di Tommaso; condannò l’ingiustizia, predicò l’amore… perdonò il ladrone e i suoi crocifissori; fondò una Chiesa per i tempi futuri, e per consolarci e guidarci promise e inviò assieme al Padre lo Spirito Santo, spirito d’amore. Fece di tutto per compiacere il Padre e convertire l’uomo.

Nonostante tutto “ i suoi non lo riconobbero” quando giunse l’ora della sua condanna di crocifissione e morte: senza alcuna pietà si gridò: crocifiggilo”.

Vinse la morte con la sua risurrezione, la croce motivo di infamia divenne motivo di salvezza per tutti coloro che crederanno in lui.

“ Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati coloro che non hanno visto e hanno creduto!”, dirà a Tommaso.

Queste parole risuonano per noi ieri come oggi. Vedere per credere diciamo spesso quando non siamo convinti di una cosa. Questa misura se ha qualche valore per la scienza o per una prova qualsiasi, non vale per la fede.

La fede è credere in Gesù, è proprio lui che mi parla, che mi ascolta, che mi risponde, mi chiama per qualcosa di speciale che appartiene solo a me, piccola o grande cosa: valuta e valorizza le mie possibilità, il mio o miei carismi, affinché completi l’opera da lui iniziata: è proprio lui.

La fede è certezza delle cose presenti e speranza del mistero di Dio e delle promesse future. Riconoscere, accettare il mistero di Dio fra grande la piccolezza umana, ci fa rinascere bambini che spontaneamente amano senza chiedere, perché amano quello che vedono e sentono senza domandare accettando la logicità dell’affetto, dell’amore e della bellezza.

Attenzione: non mi obbliga, rispetta la mia libertà, il mio stato di adulto, aspetta il mio, il tuo “sì” senza forzare, perché all’amore si risponde senza forzature. Ci chiede di essere figli, fratelli,amici.

In questo periodo di Pasqua, passaggio dalla morte alla vita, viviamo un momento particolare, siamo più disponibili ad incontrare Gesù nella sofferenza e nella croce che nella sua risurrezione? a riconoscerlo e dire sempre: è proprio lui ?

Tutte le domeniche ricordiamo questo evento pasquale forse senza pensarci, senza riconoscere la sua voce che chiama:

Sono io, proprio io! Sono la via, la verità e la vita. Séguimi, aiutami a costruire un mondo migliore.